Ricevere mail, messaggi, chiamate, meeting oltre l’orario lavorativo, o peggio, durante il sabato o la domenica, invadendo il tempo libero del dipendente, è un’abitudine di molte realtà lavorative. Ecco, perché, anche in Italia, come in molti paesi del mondo, ormai, è nata la volontà di riconoscere il cosiddetto diritto alla disconnessione. Ecco di cosa si tratta, quali sono le regole e i paesi in cui è già riconosciuto.
Diritto alla disconnessione, cos’è
Per diritto alla disconnessione, come sottolinea il Dizionario dei diritti dei lavoratori – Wikilabour “si intende il diritto per il lavoratore di non essere costantemente reperibile, ossia la libertà di non rispondere alle comunicazioni di lavoro durante il periodo di riposo, senza che questo comprometta la sua situazione lavorativa. La sua previsione è particolarmente importante nell’ambito del lavoro agile”. In sostanza, tale diritto permetterebbe al lavoratore la facoltà di non rispondere a mail, messaggi, chiamate da parte del datore di lavoro o da altre parti che riguardino la realtà lavorativo durante le ore o i giorni di riposo, senza incorrere in conseguenze che impattino negativamente la propria situazione lavorativa.
Diritto alla disconnessione, chi lo riconosce
Ad adottare e riconoscere il diritto alla disconnessione sono sempre più paesi, in Europa e nel mondo. Pioniera dell’adozione la Francia, che nel 2017 multò l’azienda di disinfestazione Rentokil Initial per un totale di ben 60mila euro in quanto chiese impropriamente a un dipendente di tenere sempre il proprio telefono acceso, quindi di essere reperibile h24. Successivamente, ad adottare tale misura a tutela dei lavoratori anche altri paesi appartenenti all’Unione europea: Germania, Spagna e Belgio. Ma non è tutto: a livello mondiale è diventato prioritario proteggere il tempo libero dei dipendenti anche in Argentina e in Messico.
Diritto alla disconnessione, l’approvazione in Australia
Se fino ad ora si è parlato dei paesi che hanno abbracciato il diritto alla disconnessione, da poco tempo è stato approvato anche da parte di un intero continente: si tratta dell’Australia, come riporta l’agenzia Reuters: dal 26 agosto 2024, infatti, tutti i dipendenti australiani che ricevono mail, chiamate o messaggi fuori dall’orario di lavoro: “possono ignorare queste e altre intrusioni nella vita privata grazie a una nuova legge sul “diritto alla disconnessione”, studiata per limitare l’intrusione di e-mail e chiamate di lavoro nella vita privata. La nuova norma, entrata in vigore lunedì, prevede che nella maggior parte dei casi i dipendenti non possano essere puniti per essersi rifiutati di leggere o rispondere ai contatti dei propri datori di lavoro al di fuori dell’orario di lavoro”.
Diritto alla disconnessione, la situazione in Italia
Un gruppo di parlamentari del Partito democratico, in collaborazione con “L’asSociata”, una realtà giovanile attiva sui temi del lavoro e dei diritti, a luglio ha depositato alla Camera dei Deputati un progetto di legge, denominato “Lavoro, poi stacco”. Tale iniziativa si pone l’obiettivo di introdurre il diritto alla disconnessione per tutti i lavoratori italiani, ponendo un freno all’invasione del tempo libero da parte delle comunicazioni di lavoro. La proposta di legge consiste nel non ricevere email o messaggi WhatsApp nonché qualsiasi piattaforma utilizzata per la comunicazione sul lavoro dalle 21.00 di sera o durante il fine settimana e chi non rispetta tale Diritto alla disconnessione rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 3.000 euro per ciascun lavoratore interessato. Ad ora, la proposta di legge sul diritto alla disconnessione arriverà presto in Senato.