Lo spreco alimentare rappresenta una delle principali sfide ambientali ed economiche al giorno d’oggi, in Italia e nel mondo. Secondo i dati ufficiali pubblicati nel rapporto ‘Il caso Italia 2025’ dell’Osservatorio Waste Watcher International, su elaborazione Ipsos/università di Bologna, nel giorno della 12esima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare fondata dalla campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero, infatti, emerge chiaramente che la penisola si trova ad affrontare una situazione allarmante, con cifre che evidenziano l’urgenza di eventi concreti e riparatori.
Spreco alimentare, i dati allarmanti italiani del Waste Watcher International
L’Osservatorio Waste Watcher International ha rilevato che ogni anno vengono sprecati 88,2 grammi di cibo pro capite, ovvero oltre 32 kg di cibo pro capite in un anno, dati che fanno salire del 9,11% lo spreco di cibo in Italia. Si tratta di una pessima abitudine che costa 139,71 euro a cittadini per un totale di oltre 14 miliardi di euro annui, incluso lo spreco di filiera, dai campi alle tavole.
Inoltre, dalle rilevazioni dell’Osservatorio, si evidenzia che lo spreco alimentare nelle famiglie italiane nel 2024 ha fatto registrare un incremento dell’8% in termini quantitativi pro-capite annui, pari a 29,5 Kg rispetto ai 27,3 Kg del 2023. In tal senso, il sito ufficiale di sprecozero sottolinea che: “Considerando che le statistiche nutrizionali ci dicono che mediamente ogni italiano consuma circa un Kg di cibo al giorno, è come se ogni anno ognuno di noi gettasse via cibo che avrebbe consumato in 30 giorni. In pratica gli italiani ogni anno acquistano cibo che potrebbero consumare in 13 mesi, quello dei primi 12 mesi lo consumano e quello del 13° mese lo gettano via (è come gettare nel bidone della spazzatura la tredicesima mensilità”.
Spreco alimentare, le parole del direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher
“Come per le precedenti rilevazioni – ha spiegato il fondatore della Giornata di Prevenzione dello spreco alimentare Andrea Segrè, direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher – il dominus dello spreco alimentare è a livello domestico: 1,9 milioni di tonnellate in peso, per un valore di 8,2 miliardi. Nelle nostre case il recupero delle eccedenze non è possibile. Su ogni cittadino gravano 32 kg all’anno, per centrare l’obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite dobbiamo ridurre lo spreco pro capite di 13 kg annui entro la fine del 2029”.
Spreco alimentare, quali sono i cibi più sprecati dagli italiani
Il report, inoltre, delucida sulle tipologie di cibo più sprecate dagli italiani: frutta fresca, insalate, pane fresco, patate, quindi i cibi più deperibili, ma anche quelli che hanno subito una minore contrazione negli acquisti: “Questi ultimi dati pongono in evidenza come una buona fetta della nostra dieta mediterranea finisce nel bidone della spazzatura”, si legge.

Spreco alimentare, chi spreca di più
Il report dell’Osservatorio, da ultimo, evidenzia come: “il ceto medio basso (+7% rispetto alla media nazionale, 605,9 g settimanali) e il ceto popolare (+17% rispetto alla media nazionale, 662,6 g settimanali) siano le fasce di popolazione che più delle altre sprecano – tra i prodotti più sprecati da questa categoria, continua l’indagine – si registrano le insalate (+25%), le salse (+24%), la pizza (+24%) e la pasta cruda (+21%).