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A dare il via alla riduzione del cuneo fiscale, il Governo Draghi nel 2022: ora, con l’approvazione della Legge di Bilancio 2024, il Governo Meloni ha confermato ulteriormente il taglio della somma delle imposte che impattano sul costo del lavoro e l’accorpamento delle aliquote Irpef, con il risultato che le buste paga cambieranno.

Come cambia la busta paga con la Legge di Bilancio 2024

E’ stato confermato dalla Legge di Bilancio 2024 l’esonero contributivo parziale del lavoratore dipendente, attraverso il taglio del cuneo fiscale e con esso è stata creata la riforma Irpef, per agevolare le famiglie che presentano fasce di redditi medio/bassi. Le buste paga, di conseguenza, cambieranno. Ma come?

Ma cosa si intende per cuneo fiscale? L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Ocse, definisce cuneo fiscale ‘il rapporto tra l’ammontare delle tasse pagate da un singolo lavoratore medio e il corrispondente costo totale del lavoro per il datore’, ciò si traduce nella differenza tra lo stipendio lordo che viene versato dal datore di lavoro per il dipendente e la busta paga netta incassata dallo stesso.

Busta paga 2024: cosa significa taglio del cuneo fiscale?

A partire dal 1 gennaio 2024 la nuova Legge di Bilancio stabilisce il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti. Ciò significa che dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024, i lavoratori dipendenti vedranno nella propria busta paga uno ‘sconto’ sulle imposte. Tale trattenuta varia in base al reddito con percentuali pari al 6%, se i redditi complessivi sono inferiori a 35 mila euro o al 7%, se inferiori a 25 mila euro. Di conseguenza, il lavoratore dipendente avrà un incremento netto mensile in busta paga tra i 60 e 70 euro.

Con la manovra “600 euro in più in busta paga”

Secondo quanto riportato dal vice capo dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Andrea Brandolini, alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla manovra “Le modifiche alle aliquote contributive e all’Irpef comporterebbero un incremento del reddito disponibile familiare rispetto alla legislazione vigente dell’1,5% in media nel 2024 (circa 600 euro annui) [..] con benefici per quasi tre famiglie su quattro”.

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Gli scaglioni Irpef sono la modalità per calcolare la principale imposta sui redditi da lavoro in Italia. Quindi, per ogni fascia del proprio reddito, viene definita una diversa percentuale di tasse da pagare. Nel 2023 le aliquote Irpef erano 4: per i redditi fino a 15 mila euro al 23% (la più bassa); da 15.001 a 28 mila euro al 25%; da 28.001 a 50 mila euro al 35% e da 50.001 in poi al 43%. Le regole cambiano a partire dal 1 gennaio 2024, con l’accorpamento da 4 a 3 aliquote Irpef: per i redditi fino a 28 mila euro al 23%; da 28.001 a 50 mila al 35% e da 50.001 in poi al 43%.

Il calcolo per la riduzione del cuneo fiscale

Anzitutto è importante ricordare che da questa manovra è esclusa la tredicesima mensilità e sarà pari al 6% fino a 2.692 euro di retribuzione lorda mensile e del 7% per le retribuzioni imponibili che non superino i 1.923 euro al mese.

Secondo quanto stabilito dal decreto legislativo si afferma l’ampliamento della no tax area. Per no tax area si intende l’esonero dal pagamento delle tasse da parte di tutti coloro che presentano un reddito minore di 8.174 euro (nel 2023). Dal 1 gennaio 2024 la soglia prevista per i redditi da lavoro dipendente viene ampliata fino a 8.500 euro e parificata, di conseguenza, a quella già in vigore a favore dei pensionati.
Mariangela Da Campo