È scontro tra Istituto superiore della sanità e medici pediatri sull’ampiezza della platea a cui somministrare l’anticorpo monoclonale per l’immunizzazione passiva dei neonati contro il virus respiratorio sinciziale.
A rendere nota la posizione dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è stato per primo Il fatto quotidiano. Successivamente, l’agenzia Ansa ha potuto visionare la nota inviata al Ministero della Salute dall’Iss, nella quale si legge che: “Sebbene il farmaco possa rappresentare un utile strumento preventivo in soggetti affetti da patologie concomitanti o con fattori di rischio, occorrerebbe valutare con attenzione se il basso livello di rischio dei bambini sani giustifichi adeguatamente il ricorso “a tappeto” ad un trattamento che, per quanto sulla base degli studi clinici appaia sufficientemente sicuro, non può essere ovviamente considerato del tutto privo di rischi”.
Secondo l’Istituto superiore di sanità, infatti, i benefici in termini di riduzione di ospedalizzazione e complicanze derivanti dall’impiego dell’anticorpo monoclonale per l’immunizzazione passiva dei bambini sani sarebbero, come hanno dimostrato i trial clinici, di modesta entità. Nel corso degli studi clinici si è osservato anche nel gruppo di controllo un ridotto numero di accessi ospedalieri in seguito all’infezione da Rsv.
Il farmaco è al momento in classe di non rimborsabilità, per richiesta della stessa azienda produttrice di inserirlo in fascia C, ovvero a carico del cittadino. Tuttavia, come sottolineato dall’Iss nella nota, la decisione spetta all’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco.
La posizione dell’Iss non è però condivisa dalla Società italiana di pediatria (Sip) e da quella di neonatologia (Sin), secondo le quali la protezione dal virus respiratorio sinciziale deve essere offerta a tutti i nuovi nati.
Il virus respiratorio sinciziale attacca le vie respiratorie ed è il primo patogeno coinvolto nelle bronchioliti, che colpiscono più del 60% dei bambini nel primo anno di vita.
Buone notizie sul fronte della prevenzione anche per gli anziani e i fragili italiani, per i quali è da poco disponibile il primo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv). Si tratta di un vaccino ad mRna adiuvato ricombinante in grado di prevenire in modo significativo il rischio di sviluppare infezioni gravi delle basse vie respiratorie causate dall’Rsv per ben tre stagioni.