Il permafrost siberiano, così chiamato perché perennemente ghiacciato, si sta sciogliendo. E’ il risultato del cambiamento climatico e dell’innalzamento delle temperature a livello globale. Questa notizia non ha comportato un unico grido di allarme: ad affiancare la preoccupazione per il tragico esito del surriscaldamento globale c’è anche la paura dei virus zombie, ovvero quei virus estremamente antichi, risalenti all’era dei Mammut, e per questo detti anche preistorici, che stanno riemergendo dal permafrost mano a mano che questo si scioglie.
Cosa si intende per virus zombie
Con l’espressione virus zombie si fa riferimento a quei virus che, dopo essere rimasti sepolti nel ghiaccio per quasi 50mila anni, risultano ancora attivi, e dunque capaci di infettare, una volta scongelati.
Il caso delle renne uccise dall’antrace in Siberia
Per rendere l’idea della potenziale pericolosità di quest’ultimo avvenimento, basta pensare che nel 2016 in Siberia sono morte 2000 renne per avvelenamento da antrace mentre 90 persone, di cui 50 bambini, sono state ricoverate per sintomi da avvelenamento da antrace. Le spore killer erano riemerse dai cimiteri di animali che si erano disgelati per effetto delle insolitamente alte temperature. Anche un bambino di 12 anni perse la vita a causa del contagio.
Gli studi russi sui paleovirus di mammut e cavalli preistorici
Alcuni studiosi russi stanno cercando di isolare i paleovirus cercandoli direttamente nei resti di mammut, cavalli preistorici e rinoceronti conservati nel permafrost.
Il paleovirus gigante resuscitato dal team francese
Un team di ricercatori francesi, guidato dal professor Jean-Michel Claverie, è stato in grado di isolare e ‘resuscitare’ un ceppo di virus gigante (Pithovirus) risalente a 27 mila anni fa e contenente lana di mammut. Gli altri patogeni isolati dal team di ricerca appartenevano per la maggior parte alla famiglia Pandoraviridae, con Dna a doppio filamento e capaci di infettare le amebe ma non le piante, gli animali o gli esseri umani.
Quali i rischi per l’essere umano?
Secondo i ricercatori è ancora difficile affermare con sicurezza se i virus zombie potranno infettare l’essere umano in futuro, molto dipenderà dal tipo di microrganismi che emergeranno dal permafrost e dal fatto che esistano o meno farmaci e antibiotici idonei a trattare l’infezione.