Giugno 1978, Bologna, Italia. Quest’ultima parola è fondamentale in questa storia. Nel nostro Paese fin dal 1921 si corre la corsa automobilistica più importante, Mille Miglia “vera” a parte, con la denominazione ufficiale di Gran Premio d’Italia. Ma in quel giorno di fine primavera, con il Paese ancora sotto shock per la triste vicenda di Aldo Moro, uno scaltro manager inglese sempre più imperante nel mondo delle corse, il patron della Brabham Bernie Ecclestone, è atterrato una mattina proprio nella capitale emiliana. Il suo viaggio in Italia ha uno scopo ben preciso: portare nella vicina Imola la corsa automobilistica più importante.
Bernie motociclista e gli incontri con Federico Bendinelli
Il circuito romagnolo dista poco più di una ventina di chilometri da Bologna e Bernie se lo ricorda abbastanza bene, perché una ventina d’anni prima lo aveva girato in lungo e in largo per averci disputato una gara in moto. Questo è quello che dice lui e c’è da credergli perché all’epoca si cimentava con le due e con le quattro ruote. Pochi sanno infatti che fra l’altro nel 1958 aveva tentato di qualificare la sua Connaught a Monte Carlo per il Gran Premio. Ma ormai, almeno per lui, quelli sono tempi lontani. Oggi si trova in questo ristorante di Bologna a trovare un accordo per lo spostamento della corsa automobilistica più importante del nostro Paese dalla Brianza alla Romagna.
Fra le persone che discutono al tavolo con lui c’è un avvocato, fiorentino d’origine ma bolognese d’adozione. Federico Bendinelli è uno dei dirigenti dell’impianto romagnolo che, per inciso, in quel 1978 nonostante un quarto di secolo di vita, e con promesse in questo senso fin dalla sua creazione, non è ancora un autodromo a tempo pieno in quanto in alcuni tratti è aperto alla circolazione civile.
Fine anni Settanta: Imola insidia Monza, la Brianza accelera
La trattativa, specie quella economica, non è lunga. Ecclestone è un uomo diretto, Bendinelli una brava e intelligente persona. I due s’intendono in poco tempo e quando arriva il momento di mettere nero su bianco le parole dette e gli accordi presi, niente di meglio che scriverlo su un tovagliolo di carta del locale che li sta ospitando. Viene definito che il Gran Premio d’Italia si sposterà alternativamente fra Monza e Imola perché, e questo è un passaggio che Ecclestone sottolinea con rammarico, è da tempo che vengono chieste delle cose ai monzesi ma questi continuano a dire una cosa e poi a farne un’altra. Anche da questo passaggio Bendinelli che, casi della vita, oltre una trentina di anni più tardi si troverà seduto a trattare con lui fra i dirigenti di Monza, capisce che Ecclestone rispetta solo chi dice ciò che poi mette in pratica.

Il Gran premio d’Italia a Imola del 1980
Fosse per lui si correrebbe già a Imola il Gran premio del 1979. Ma l’ente massimo nazionale, l’Automobile Club d’Italia, chiede di aspettare dodici mesi perché nel 1979 sarà messa in cartellone la cinquantesima edizione della corsa più importante del nostro Paese. Va bene, Bernie accetta, ma la condizione che pone è che sette giorni dopo a Imola si disputi una gara di Formula 1 senza titolazione. S’impegna lui a portare almeno una monoposto per ogni squadra. Inoltre, fatto non secondario, fa capire che gli piacerebbe trovare delle strutture ricettive, leggi box per i team, migliori di quelle che continua a trovare tutte le volte che arriva in Brianza. Questo è quello che viene discusso in quel giugno 1978.
I fatti seguenti raccontano che Monza, capito che il Circus stava andando da altre parti, inizia, tardivamente, a soddisfare le richieste di Ecclestone e già nel 1979 viene realizzato un allargamento per contenere i tir delle squadre alle spalle della storica corsia dei box. Imola, a sua volta, mette in cantiere lavori d’ammodernamento ben più imponenti di quelli brianzoli. La domenica dopo la doppietta iridata della Ferrari a Monza con Scheckter vincitore e Villeneuve dietro lui, ospita una gara di Formula 1 e un anno dopo, il 14 settembre 1980, la corsa automobilistica più importante del nostro Paese, viene corsa per la prima volta a Imola.
Ci penserà poi Enzo Ferrari a sistemare la questione Monza-Imola. Ma questa è un’altra storia.
Enrico Mapelli